REGIA: Marco Ponti
ATTORI: Riccardo Scamarcio, Laura Chiatti, Michele Placido, Maria Pia Calzone, Antonella Attili, Eugenio Franceschini, Antonio Gerardi, Veronica Pivetti, Eva Riccobono, Dario Aita, Giulia Elettra Gorietti, Uccio De Santis, Crescenza Guarnieri, Ivana Lotito
FOTOGRAFIA: Roberto Forza
MONTAGGIO: Consuelo Catucci
COSTUMI: Grazia Materia
MUSICHE: Gigi Meroni
PRODUZIONE: I.I.F. Italian International Film
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
PAESE: Italia
DURATA: 95 Min
Polignano a mare, vigilia di Natale. Chiara è incinta all’ottavo mese ma il marito Damiano non la smette di fare il cretino con le altre: in particolare la vorace Debora, che lo tempesta di telefonate ed esige appuntamenti. Nel frattempo Don Mimì, padre di Damiano, e Ninella, madre di Chiara, coltivano il sogno di partire insieme per una vacanza a Parigi e coronare il loro amore mai consumato, dato che Mimì ha sposato per convenienza l’arida e avida Matilde. Ma da uomo debole (tale padre, tale figlio) prima di congedare la legittima consorte Mimì le regala un anello con smeraldo e la donna decide di festeggiare questa testimonianza di “amore eterno” con una sontuosa cena della vigilia (anche se Polignano “non è mica Bari, e la cena della viglia non si fa”) che servirà a sbattere in faccia a Ninella la buona riuscita del suo matrimonio.
La cena di Natale è il sequel di Io che amo solo te e riproduce pari pari non solo il gruppo di personaggi e il team regista, sceneggiatori (uno dei quali è Luca Bianchini, autore della minisaga letteraria ambientata a Polignano) e interpreti, ma anche la trama, almeno per quanto riguarda le storie parallele delle coppie Chiara-Damiano e Ninella-Mimì. Squadra che vince non si cambia, e poiché Io che amo solo te aveva riscosso un buon successo al botteghino, e i produttori Federica e Fulvio Lucisano tendono a replicare i propri format cinematografici di successo (vedi Notte prima degli esami), La cena di Natale si ripete perdendo in freschezza e originalità, ed eccede in quelle sdolcinature che la scrittura di Bianchini di solito controbilancia con ironia sagace.
Per la verità la scrittura dei dialoghi rimane di livello superiore rispetto a quella delle commedie italiane contemporanee, creando interazioni verbali ben servite dal cast, anche se il triangolo Ninella-Mimì-Matilde (Maria Pia Calzone, Michele Placido e Antonella Attili, quest’ultima particolarmente efficace nell’aggiungere sfumature al suo personaggio) è molto più credibile di quello Chiara-Damiano-Debora (Laura Chiatti, Riccardo Scamarcio e Giulia Elettra Gorietti). A funzionare sono soprattutto i caratteristi di contorno (se si ignora l’incoerenza di alcuni accenti regionali): Veronica Pivetti nei panni della sorella di Ninella, Antonio Gerardi in quelli del fratello Franco, con una nota particolarmente positiva per Angela Semerano (Nancy), Eva Riccobono (Daniela) e Dario Aita (Mario, una delle poche new entry).
Ma le svolte narrative sono al contempo improbabili (perché improntate ad un buonismo conformista) e scontate (perché seguono strade già battute dalla fiction televisiva). Dunque questa seconda puntata è meno gradevole della prima: una meringa riuscita solo a metà, cui manca il cuore tenero della confezione originale.